Ludovico Carracci, Pala Bargellini,  Bologna 1588, Pinacoteca Nazionale.

Sul finire del Seicento, lo storico Carlo Cesare Malvasia così racconta quest’opera del Carracci nella Felsina pittrice, il primo compendio dedicato alla scuola bolognese:

“I signori Bargellini glie la commisero, ma in questa forma: ch’essendo essi duo fratelli e due sorelle li ritrasse al naturale […]. Pensò dunque con capricciosa invenzione trasformar quelli in quattro Santi, a‘ quali le loro effigie si adattassero; poiché essendo i due fratelli smonti, pallidi e di ciera piuttosto estenuta, venne d’uno di essi, […] a ricavar […] un S.Domenico, e voltando l’altro in profilo, un S. Francesco. Delle due donne, una che attempata viveva nel celibato e dicono fosse detta donna Cecilia, co’ suoi stessi abiti neri e manto vedovile, servì […] per una Santa Marta” con la sua acquasantiera e con l’aspersorio. “…e all’altra, che di fattura non troppo riguardevole trovavasi provista, fece così voltar la faccia, aggiuntivi i capelli,[…]venne a far formare una creduta molto bella S. Maria Maddalena” con il suo vasetto d’unguento. “Vi sono poi “Angeletti nudi che svolazzando sopra la Beata Vergine spargono rose”, e  la incoronano. “[…]altri che scesi in terra con sì grand’ali, vestiti di sottilissimi veli (…), al suono di un liuto” accordano “un soave canto. E della beltà e modestia della celeste Reina e del Figliuolo non si può dir tanto, che più non sia: onde necessario è che ceda ogni forza di eloquenza alla virtù della vista.” C.C. Malvasia, Felsina pittrice, Tomo I, 1678, p.279.

Sullo sfondo Bologna con le sue caratteristiche torri.

 

 

Curti Bernardino (?) ,Reggio Emilia, attivo alla metà del XVII)

VITA

Figlio di un macellaio, il pittore e incisore Ludovico (1555-1619) era il cugino più anziano dei pittori Annibale (1560-1609) e Agostino Carracci (1557-1602). Si formò a Bologna sotto il pittore tardo rinascimentale Prospero Fontana (1512-1597), prima di ampliare la propria esperienza con visite a Firenze, Parma, Mantova e Venezia, dove fu influenzato dalle opere del fiorentino Andrea del Sarto (1486-1530), del meraviglioso illusionista parmense Correggio (1489-1534) e del genio veneziano Tiziano (c.1485/8-1576). Fu il primo artista ad abbandonare sistematicamente il tardo stile manierista in favore di un moderno stile di pittura morale e devozionale: interpretando i suggerimenti del cardinal Paleotti, che aveva un particolare interesse per la riforma dell’arte religiosa, Ludovico Carracci rivalutò la pittura naturalistica e le sue composizioni religiose si arricchirono di gesti quotidiani e effetti di luce per comunicare un senso di mistero e un’emozione spirituale.

Ludovico Carracci, La Famiglia Tacconi, Bologna 1589/90, Pinacoteca Nazionale

Ludovico lasciò Bologna solo per brevi periodi. Qui fondò intorno al 1585, assieme ai suoi cugini, l’Accademia dei Desiderosi, in seguito ribattezzata Accademia degli Incamminati, poi conosciuta semplicemente come l’Accademia Carracci, che fu da lui diretta dopo il trasferimento dei suoi cugini a Roma. Essa rappresentò un vero e proprio cambio di rotta dall’arte tardo manierista, contribuendo così al rinnovamento dell’arte italiana: la principale innovazione fu la promozione di uno studio diretto della natura e della vita attraverso il disegno, al quale venne assegnata un’importanza primaria. Destinata a diventare un punto di riferimento per i più importanti pittori di area emiliana, fu infatti frequentata da alcuni dei principali artisti italiani delle nuove generazioni, come ad esempio Guido Reni e Domenichino.

Ludovico collaborò con i suoi cugini in varie commissioni per gli affreschi e la prova di come era unito il gruppo arrivò quando i tre cugini Carracci dipinsero insieme gli affreschi di Palazzo Fava. La semplicità delle loro composizioni richiama lo stile di Federico Barocci mentre la dolcezza della loro espressione ricorda il Correggio.

Le opere di Ludovico Carracci rivelano, quindi, una tendenza verso il naturalismo e utilizzano il chiaroscuro fortemente contrastato.

PALA BARGELLINI

Ludovico Carracci fu incaricato di decorare un’intera cappella in SS. Filippo e Giacomo, la chiesa delle Monache Convertite in via Lame, Bologna. La cappella era di proprietà dei Buoncompagni, la famiglia di Papa Gregorio XIII e l’artista avrebbe realizzato sia gli affreschi per onorare la recente ascesa al pontificato sia realizzato il dipinto per l’altare. La committente fu Donna Cecilia Bargellini, vedova del fratello defunto del papa. La pala Bargellini del 1588, attualmente nella Pinacoteca Nazionale di Bologna, mostra la Madonna e il Bambino in trono, in presenza di San Domenico, San Francesco, Santa Marta, Maria Maddalena e gli angeli, secondo l’aulica impostazione diagonale di ascendenza veneziana. L’artista dipinge il profilo della sua città natale Bologna sullo sfondo, il tramonto risplende tra le famose torri della città.

ALTRE OPERE A BOLOGNA E DINTORNI

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  • Storie di Giasone, anno 1584, affreschi, con la collaborazione dei cugini Annibale e Agostino Carracci, Palazzo Fava, Bologna.
  • Annunciazione, anno 1584 circa, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Annunciazione, anno 1585 circa, olio su rame, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Conversione di Saulo, anno 1587-1588, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Pala Bargellini, anno 1588, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Madonna col Bambino e san Domenico, anno 1588-1590, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Tra il 1590 e il 1592, sempre insieme ai cugini Carracci, Annibale ed Agostino, lavorò al fregio di Palazzo MagnanI.
  • La famiglia Tacconi, anno 1590 circa, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Madonna col Bambino fra i santi Girolamo e Francesco, anno 1590 circa, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Madonna col Bambino con santi e committenti, anno 1591, olio su tela, Pinacoteca civica, Cento.
  • Predica del Battista, anno 1592 circa, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Martirio di sant’Orsola, anno 1592, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Martirio di sant’Orsola, olio su tela, Imola, Chiesa di San Domenico.
  • Trasfigurazione di Cristo, anno 1595 circa, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Flagellazione di Cristo, anno 1595 circa, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Coronazione di spine, anno 1595 circa, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • La Piscina probatica, anno 1596 circa, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Martirio di San Pietro Toma, anno 1598-1599, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Incontro dei santi Francesco, Domenico e Angelo, anno 1598-1599, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Nascita del Battista, anno 1604, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.
  • Tra il 1604 e il 1605 lavorò ad un ciclo di affreschi nel chiostro di San Michele in Bosco, attualmente in grave stato di conservazione, in collaborazione con i suoi discepoli, tra cui Guido Reni.
  • Vocazione di Matteo, anno 1605-1607, olio su tela, Pinacoteca Nazionale, Bologna.